Chi non desidera portare in tavola piatti buoni, gustosi, cucinati a regola d’arte? Noi italiani in particolare siamo tradizionalmente dei patiti del cucinare bene, e vogliamo proporre alla nostra famiglia solo il meglio, in termini di qualità e sapore, anche quando prepariamo i menù casalinghi. Certo, pure per il benessere è importante selezionare gli ingredienti migliori, privilegiando quelli di stagione e poco lavorati, ma l’acqua? Quanta ne utilizziamo per lavare frutta e verdura, cuocere la pasta, preparare mille ricette?
L’acqua in cucina, infatti, è un ingrediente a tutti gli effetti. Forse, il più importante di tutti. Eppure, può accadere che l’acqua che sgorga dal rubinetto, anche se potabile, abbia un odore o un retrogusto non esattamente gradevole. E questi “difetti” possono influenzare il sapore e la riuscita dei piatti.
Che fare in questi casi per risolvere il problema alla radice? La risposta più efficace è installare un purificatore a osmosi inversa, che elimina ogni contaminante e qualsiasi elemento sgradito, come l’eccesso di sali o disinfettanti. Solo così si avrà la certezza di avere sempre a disposizione un’acqua buona, sana e soprattutto sicura.
I fattori da considerare
Ritornando alla domanda originaria, qual è l’acqua migliore per cucinare? Sono diversi i fattori da considerare, che vanno dalla purezza alla concentrazione di minerali fino al valore del pH. Ecco alcune indicazioni che possono essere utili a conoscere, o a riconoscere, l’acqua più adatta alle preparazione culinarie.
Purezza
L’acqua utilizzata in cucina dovrebbe essere ovviamente priva di contaminanti potenzialmente dannosi ma anche di sapori sgradevoli. L’acqua del rubinetto può variare notevolmente in termini di purezza a seconda della fonte e della zona geografica.
In alcune aree l’acqua è già perfetta così, in altre – anche a causa del cattivo stato delle tubature – un trattamento di depurazione è altamente indicato.
Sapore
Per la cucina, l’acqua migliore è quella che presenta un sapore neutro, così da non alterare il gusto dei piatti. L’acqua con sentori od odori forti, ad esempio con un retrogusto metallico o di cloro, può modificare sostanzialmente la riuscita delle ricette e il sapore degli alimenti.
Concentrazione di sali minerali
Acque con un’elevata concentrazione di sali minerali (acque dure) possono influenzare la cottura di alcuni alimenti, come le verdure, e rendere difficile la preparazione di cibi come la pasta. Tra l’altro alcuni sali presentano un retrogusto avvertibile al palato.
Va detto tuttavia che una certa dose di sali, oltre a contribuire al benessere dell’organismo, è necessaria per preparare ottimi impasti per pane o pizze.
Nessuna impurità
L’acqua dovrebbe essere leggera e priva di impurità che potrebbero compromettere la qualità dei cibi. Questo è particolarmente importante quando si cucinano, ad esempio, zuppe o minestroni.
Giusto pH
Un’acqua neutra o alcalina, con un pH superiore a 7, contribuisce al gusto e alla riuscita delle preparazioni in cucina. Anche questo è un fattore da considerare.
Per concludere
In conclusione, l’acqua migliore per cucinare è quella pura, priva di contaminanti, caratterizzata dall’assenza di retrogusto e odori.
Un purificatore d’acqua a osmosi inversa può essere la scelta più efficace per migliorare la qualità dell’acqua utilizzata in cucina e per bere. Senza sprechi e senza ricorrere a inquinanti bottiglie di plastica.