C’è un segreto per vivere a lungo? Almeno in parte sì, ed è semplicissimo: l’acqua. Un nuovo studio scientifico recentemente pubblicato sulla rivista Biomedicine sostiene che le persone correttamente idratate sembrano presentare in misura minore gli effetti dell’invecchiamento. Non solo: chi beve acqua avrebbe anche meno probabilità di incorrere in una malattia cronica. Per arrivare a questa teoria, gli scienziati hanno monitorato per 25 anni i dati relativi allo stato di salute di oltre 15.700 adulti di età compresa tra 45 e 66 anni. In particolare, hanno analizzato i loro livelli di sodio nel sangue. Tali livelli, spiegano i ricercatori, sono un indicatore affidabile dell’abitudine a bere a sufficienza.
Gli scienziati hanno scoperto che le persone che presentavano come valore oltre 142 millimoli di sodio – il limite più alto del range considerato “normale” – avevano un rischio maggiore del 39% di sviluppare malattie croniche. Oltre a ciò, chi ha elevati tassi di sodio nel sangue ha fino al 50% di probabilità in più di soffrire di un’età biologica maggiore di quella cronologica. In sintesi, più i valori di sodio sono alti, più aumenta il rischio di ammalarsi e più si appare… anziani.
Rapporto fra sodio e idratazione
Ma cosa c’entra il sodio con l’idratazione? Lo spiega l’autrice dello studio Natalia Dmitrieva, ricercatrice presso il National Heart, Lung and Blood Institute del Maryland. “I risultati suggeriscono che una corretta idratazione possa rallentare l’invecchiamento e favorire una vita lunga e priva di malattie”. “A livello globale, questa scoperta può avere un grande impatto. La diminuzione dei livelli di acqua all’interno dell’organismo è il fattore che più comunemente fa alzare i valori del sodio. Motivo per cui i risultati suggeriscono che rimanere ben idratati può rallentare il processo di invecchiamento e prevenire o ritardare le patologie croniche” .
Un’indicazione da approfondire
La ricerca non dimostra che bere più acqua rallenti l’invecchiamento – una tale determinazione richiede ulteriori studi – ma suggerisce che le persone con livelli più elevati di sodio nel sangue hanno maggiori probabilità “di essere biologicamente più anziane e di sviluppare malattie croniche”. La disidratazione, infatti, è tra le principali cause dell’innalzamento dei livelli di sodio.
Quanta e quale acqua?
Ovviamente non è solo l’acqua a determinare la durata della nostra vita e la velocità dei processi di invecchiamento. Un ruolo fondamentale lo hanno infatti il patrimonio genetico e lo stile di vita, che deve prevedere un’alimentazione sana e attività fisica. In ogni caso, l’acqua è essenziale per la corretta funzionalità di tutti gli organi ed è preziosa in ogni fase dell’esistenza. Ma quanto bisognerebbe bere? Una risposta universale non c’è: in media circa 1,5 – 2 litri di acqua al giorno, ma dipende dall’età, dallo stato di salute, dalla dieta, dalla temperatura esterna e da molte altre variabili. In ogni caso, insieme alla quantità conta la qualità: l’acque ideale da bere è purissima e leggera, dal corretto pH e con il giusto apporto di sali minerali. Ecco perchè è consigliabile assumere un’acqua trattata con un purificatore a osmosi inversa di IWM, come il moderno Osmotic. Si tratta di un dispositivo che si installa sotto il lavello della cucina e che garantisce la migliore acqua possibile, priva di ogni potenziali inquinante, perfetta non solo da bere ma anche per cucinare e lavare gli alimenti.