Noi italiani siamo da sempre estimatori del caffè, ma da qualche anno sta crescendo sensibilmente la quota dei fan del tè. Che sia caldo o freddo, ideale nelle torride giornate estive, questo rituale tipicamente inglese ha conquistato cuori e tazze anche dalle nostre parti. Oggi, infatti, il tè è l’alternativa al caffè più diffusa, bevuto dal 62% dei nostri connazionali. Oltre che buono, il tè fa bene. Grazie soprattutto alle alte concentrazioni di specifici polifenoli, i flavonoidi, il consumo delll’infuso è risultato correlato anche a una riduzione di malattie cardiovascolari, cardiopatia ischemica e ictus. I benefici offerti da una tazza di tè verde o tè nero sono stati messi in luce dalla scienza, ma è importante che anche il gusto sia altrettanto piacevole. Come si prepara dunque un tè buono? Con un infuso di qualità, ovviamente, ma soprattutto con l’acqua giusta. L’acqua, infatti, rappresenta oltre il 98% della preparazione.
La qualità dell’acqua fa la qualità della bevanda
Gli appassionati di miscele spendono tempo e denaro nello scegliere i tè migliori per la loro pausa rilassante. Il che va benissimo, ma sovente tendiamo a trascurare l’acqua, utilizzando sistematicamente quella del rubinetto. Eppure l’acqua è fondamentale nella preparazione di una tazza di tè, esattamente come accade anche per il caffè. Un’acqua non adatta, infatti, può compromettere definitivamente gusto e profumo della preparazione. Le principali caratteristiche dell’acqua “giusta” per il tè sono tre: essere pura; non contenere troppo cloro; essere il più possibile leggera (ovvero priva di calcare e sali). La qualità dell’acqua determina in modo decisivo il sapore del tè.
Come eliminare cloro…
L’acqua imbottigliata non è sempre la più indicata per il tè. La migliore si ottiene con un purificatore a osmosi inversa di IWM, che neutralizza tutti i possibili inquinanti e rende l’acqua che sgorga dal rubinetto leggera e perfettamente inodore e insapore. Per queste precise caratteristiche, l’acqua osmotizzata è la migliore per il consumo umano, sia da bere sia per la preparazione di qualsiasi alimento. Anche se l’acqua dell’acquedotto in Italia è generalmente buona, quasi sempre contiene cloro per le sue proprietà battericide. Va benissimo per la salute, meno per il sapore: quello non proprio gradevolissimo del cloro rischia di rimanere nella tazza.
… e calcare
Lo stesso vale per il calcare, generato da una combinazione di sali minerali: non è nocivo per la salute, ma è nemico dei sapori (oltre che delle tubature, ma questo è un altro discorso). Bene, con un purificatore a osmosi inversa questi elementi vengono intrappolati nella membrana osmotica e l’acqua ne risulterà priva e quindi leggera.
Non bollire l’acqua
La temperatura dell’acqua è un altro elemento importante per la buona riuscita di una tazza di tè. A differenza di quanto comunemente si creda, l’acqua non va fatta bollire (a maggior ragione se è buona). Le foglie di tè contengono diverse sostanze solubili in acqua, a temperature diverse. In generale, se si preferiscono i sapori dolci e delicati è meglio utilizzare un’acqua intorno ai 70°C, mentre per un gusto più forte è preferibile usare l’acqua a partire da 80°C. In ogni caso, per non rovinare il sapore di tannini e degli altri elementi del tè, l’acqua non deve raggiungere i 100°C e quindi il punto di ebollizione.