Gli italiani, anche quest’anno, si confermano tra i maggiori consumatori al mondo di acqua in bottiglia. Eppure, 8 nostri connazionali su 10 “promuovono” quella del rubinetto, considerandola sicura e di qualità.
Com’è possibile questo paradosso? Quali sono le motivazioni dietro tali scelte?
Siamo primi in Europa per acquisto di bottiglie
Anche se l’acqua del rubinetto è considerata di buona qualità, conveniente e rispettosa dell’ambiente, quasi la metà dei cittadini preferisce bere quella in bottiglia. Oltre l’83,4% delle persone promuove l’acqua di rete, quella a cui tutti abbiamo accesso nelle nostre case. Eppure gli italiani rimangono i più grandi consumatori di acqua in bottiglia in Europa. Questo comporta gravi conseguenze dal punto di vista della sostenibilità ambientale, come la massiccia produzione, il trasporto e lo smaltimento delle bottiglie di plastica.
Anche se le borracce sono ormai ampiamente diffuse – quasi il 90% degli italiani ne possiede almeno una – non vengono utilizzate regolarmente: solo 1 cittadino su 4 la porta con sé ogni giorno. Questi sono i risultati emersi da una recente ricerca realizzata da CSA Research per Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano.
Un impatto ambientale pesantissimo
Con 208 litri d’acqua in bottiglia consumati in media ogni anno, l’Italia è il primo Paese in Europa per consumo di acqua imbottigliata e il secondo al mondo dopo il Messico (244 litri).
Ogni giorno, nel nostro Paese, vengono utilizzate 30 milioni di bottiglie di plastica, che costituiscono oltre il 90% dei consumi (le bottiglie in vetro rappresentano solo poco più del 7%), generando così 13,5 miliardi di bottiglie che diventano rifiuti da smaltire nell’arco di un anno. Di quest’enorme quantità di bottiglie di plastica, circa l’80% viene trasportato su gomma per la distribuzione e solo in media il 46% viene effettivamente riciclato (fonte: Reloop 2022).
Perchè non si beve l’acqua del rubinetto?
In base alla ricerca, il 33% di chi beve esclusivamente acqua in bottiglia afferma di farlo perchè la ritiene più sicura rispetto a quella di rete. Ma ci sono anche altre motivazioni: per quasi 6 intervistati su 10 è una questione di gusto (il 28,8% dice che non gli piace il sapore dell’acqua casalinga e 27,2% che è più buona quella in bottiglia). C’è poi una quota di italiani che non vuole rinunciare all’acqua frizzante: il 28,6% di chi acquista acqua imbottigliata la vuole solo con le bollicine. Insomma, a fronte di queste ragioni solo un terzo degli intervistati (29,2%) beve acqua del rubinetto tutti i giorni. Una percentuale ancora troppo bassa – e insostenibile sotto il profilo ambientale – rispetto a un 43,3% che acquista solo acqua in bottiglia.
Coniugare qualità e sostenibilità
Eppure è facilissimo, conveniente e vantaggioso scegliere una soluzione che combini il legittimo desiderio di bere un’acqua pura e salubre senza acquistare inquinanti bottiglie di plastica. Basta installare un depuratore d’acqua a casa propria, così da avere la migliore acqua possibile sempre a disposizione. In particolare i sistemi di purificazione a osmosi inversa offrono ulteriori vantaggi rispetto all’acqua dell’acquedotto.
I vantaggi del depuratore domestico
L’acqua di rete, pur essendo generalmente di buona qualità, contiene una serie di sostanze chimiche, come il cloro, che vengono utilizzate per disinfettare l’acqua. Nel processo di osmosi inversa, invece, la maggior parte di queste sostanze viene rimossa, lasciando l’acqua più pura e priva di contaminanti. Allo stesso modo, l”acqua dell’acquedotto può presentare una quantità variabile di minerali, come calcio, magnesio e potassio, che influiscono sul sapore e sull’odore dell’acqua.
Attraverso l’osmosi inversa, gran parte di questi minerali viene eliminata e poi reintrodotta in quantità ideali. Insomma, con un purificatore d’acqua – che può produrre anche quella frizzante – anche le obiezioni legate al gusto, all’odore e alla qualità dell’acqua decadono completamente. A tutto vantaggio dell’ambiente.