Buone notizie per ambiente: aumenta sempre di più la quota di italiani che sceglie di consumare acqua del rubinetto, a tutto vantaggio della sostenibilità e della riduzione delle bottiglie di plastica. A “dare i numeri” del rapporto fra i nostri connazionali e l’acqua pubblica è la nuova indagine commissionata da Aqua Italia (federata Anima – Confindustria) a Open Mind Research, ricerca che ha lo scopo di scoprire l’evoluzione di comportamenti e atteggiamenti della popolazione italiana nei confronti dell’acqua potabile da bere. Quella di quest’anno, poi, è un’indagine particolarmente importante dopo i profondi cambiamenti imposti dalla pandemia da Coronavirus.
L’82,7% degli italiani la consuma sempre, specie al Nord
L’attuale situazione socio-economica e l’emergenza sanitaria hanno notevolmente modificato le abitudini e i consumi degli italiani: negli ultimi 12 mesi l’82,7% della popolazione italiana ha bevuto acqua del rubinetto (trattata e non). Si tratta di aumento del 5% rispetto all’analoga rilevazione del 2020. Circa la metà della popolazione adulta italiana (47,3%) ha dichiarato di bere sempre/quasi sempre l’acqua del rubinetto sia in casa sia fuori, ma sono cresciuti nel corso dell’anno scorso anche i consumatori occasionali (+6,5%). Durante la pandemia, il 13,5% degli intervistati ha affermato di aver iniziato a bere più frequentemente l’acqua del rubinetto. I principali fan dell’acqua del sindaco, che dichiarano di berla sempre o quasi sempre, sono i residenti del Nordovest (49,4%) e del Nordest (57,1%), mentre la percentuale è minore nel Sud e in Sicilia (40,9%).
Perché si sceglie l’acqua del rubinetto
E’ interessante scoprire quali sono i motivi che spingono i cittadini a preferire l’acqua del rubinetto (trattata e non) rispetto a quella imbottigliata: il 27% lo fa principalmente per l’“attenzione per l’ambiente”, ovvero evitare di trasportare e smaltire bottiglie di plastica, dato significativamente più rilevante rispetto agli anni precedenti, il 25,1% per la “comodità nel disporne”, il 23,4% per la consapevolezza che “l’acquedotto comunale fa maggiori controlli sull’acqua rispetto ai produttori dell’acqua in bottiglia”, il 21,3% per i costi minori e il 20,2% “perché è buona”.
Sempre più “trattata”
Un altro aspetto che emerge dalla ricerca è che gli italiani sono sempre più propensi ad adottare in casa propria un sistema di affinaggio dell’acqua. Tra tutti i sistemi disponibili, circa un terzo è rappresentato da caraffe filtranti (13,3%), a seguire i sistemi per l’eliminazione del cloro/altre sostanze (9,8%) e quelli che consentono anche la refrigerazione e gasatura dell’acqua (4,1%). I sistemi di affinaggio sono presenti soprattutto nelle famiglie più numerose (46,2% nelle famiglie con 3 componenti, 42,4% nelle famiglie con 4 componenti, 46,6% nelle famiglie con 5 componenti e oltre) e nelle famiglie con il capofamiglia giovane (51,3% nelle famiglie con il capofamiglia con età fino a 34 anni). Tra tutti coloro che hanno un apparecchio di affinaggio dell’acqua, oltre un terzo (38,3%) ha sottoscritto un abbonamento per la manutenzione periodica. Positivo il parere anche sugli incentivi statali per l’acquisto di un sistema di affinaggio: è favorevole oltre il 58% degli intervistati, percentuale che sale fino al 68,4% tra chi un sistema lo possiede già.
Purificata al naturale
Un sistema di purificazione dell’acqua assolutamente naturale è l’osmosi inversa. Tra i purificatori a osmosi inversa di IWM, che ha raggiunto i massimi standard in questo campo, il modello Osmotic migliora sensibilmente le caratteristiche delle acque potabili, produce acqua più pura, leggera, sana e mantiene tutti gli elementi preziosi per la salute, ovvero gli oligoelementi. Non per niente i purificatori Osmotic di IWM sono gli impianti più venduti, nonchè quelli utilizzati in centri di patologia neonatale, perché garantiscono l’acqua ideale per bere e preparare cibi destinati a bambini, adulti e anziani. Insomma, la migliore acqua possibile.