Facile come bere un bicchier d’acqua o… bere un caffè. Due gesti semplicissimi, almeno in apparenza, ma nei quali la vera discriminante è proprio l’acqua. Perché alla fine, per preparare un ottimo espresso, che sia con la moka o la macchina a capsule, gli ingredienti sono solo due: miscela di caffè e, appunto, l’acqua. In base a recenti studi, diversi scienziati ed esperti sono concordi nell’affermare che sia l’acqua a dare un sapore particolare al caffè. Certo, contano la qualità, la miscela e anche le tecniche di macinazione dei chicchi, ma il tipo di acqua utilizzata può influire sul gusto finale. Ecco perché è un elemento clou a cui dare la giusta importanza: la sua composizione varia da città a città, da regione a regione. L’acqua ricca di minerali come calcio e magnesio (gli stessi minerali che causano il calcare) ha un sapore diverso dall’acqua dolce che contiene solo sodio, ma che può avere un retrogusto salato. Ma anche i diversi tipi di metalli utilizzati per le tubature dell’acqua influenzano il sapore finale del caffè.
Acqua sì, ma come deve essere?
Per avere qualche indicazione più precisa sulla perfetta esecuzione del caffè, ci si può riferire alle indicazioni della Specialty Coffee Association of America (SCAA), che spiega che l’acqua “migliore” per la preparazione del caffè deve essere inodore, insapore, priva di cloro, con un residuo fisso compreso tra 75 e 250 mg per litro, un pH compreso tra 6,5 e 7,5, una percentuale di calcio compresa tra 17 e 85 mg per litro e una percentuale di sodio di circa 10 mg per litro. Insomma, l’acqua ideale: esattamente quella che si può avere sempre, a casa propria semplicemente installando un purificatore a osmosi inversa di IWM, come il modello di ultima generazione Osmotic. L’acqua così prodotta, direttamente dal rubinetto della cucina, sarà non solo la più adatta per prepararsi espressi da bar, ma anche per il normale consumo quotidiano di tutta la famiglia.
Qualche altro piccolo segreto
Per un caffè da leccarsi i baffi, si sono altre piccole regole da seguire. Innanzitutto, l’acqua dovrebbe essere a temperatura ambiente, a maggior ragione se si utilizza la moka. E, a proposito di moka – sono tanti i fan della classica “macchinetta” – quando si mette la polvere di caffè non bisogna pressare: il macinato – ovviamente di ottima qualità – deve fare una specie di montagnetta. Quando il caffè è uscito, andrebbe mescolato lentamente ancora nella moka, a fuoco spento, così da miscelarlo alla perfezione. Infine, qualche dritta anche sul servizio, valida pure quando si usa la macchina a cialde o capsule: le tazzine migliori sono quelle in porcellana o in vetro, che trattengono il calore del contenuto. E, per un tocco da veri maestri, come sanno bene i napoletani, prima di versare il liquido le tazzine andrebbero leggermente riscaldate – è sufficiente un passaggio in forno a bassa temperatura o una veloce sciacquata con l’acqua calda – al fine da valorizzare ulteriormente la fragranza dell’espresso. Piccoli segreti per un grandissimo caffè!