Non è certo un segreto che il consumo di acqua in bottiglie di plastica sia una vera e propria “emergenza” sotto il profilo ambientale. Noi italiani, in particolare, siamo inspiegabilmente dei fan di questo tipo di consumo: nonostante l’acqua pubblica sia più o meno in tutto lo Stivale di buona qualità, abbiamo un’autentica ossessione per quella imbottigliata. Lo confermano anche gli ultimi dati diffusi da Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato agricolo alimentare: il numero delle bottiglie è passato dai 5 miliardi del 2009 ai 10 miliardi nel 2019, ovvero un raddoppio in soli dieci anni. Soltanto l’anno scorso, l’aumento nazionale è stato dello 0,9%, con picchi per quanto riguarda il Sud (+2,7%). Insomma, nonostante le tante correnti ambientaliste e un’opinione pubblica sempre più attiva sul fronte della sostenibilità, la corsa alla bottiglietta usa e getta sembra proprio non fermarsi, anzi. Sorprende in particolare che i nostri connazionali – i terzi consumatori al mondo di acqua imbottigliata dopo Messico e Thailandia – acquistino soprattutto acqua naturale: questa rappresenta il 71% dei volumi pari a 7,2 miliardi di bottiglie comprate.
Acqua pura e sostenibile a casa propria
Quelli sopra indicati sono numeri importanti, che rispecchiano quanto la nostra società sia orientata allo spreco. Anche perché l’acqua del sindaco è controllata e potabile. Inoltre, esistono diverse soluzioni per avere la certezza di veder sgorgare dal rubinetto solo acqua della migliore qualità: ad esempio installare in cucina un purificatore d’acqua a osmosi inversa – come Osmotic di IWM – capace di assicurare il massimo livello di pulizia dell’acqua che utilizziamo per bere e cucinare, grazie a processi naturali, e senza sprecare neanche una goccia. In questo modo, si ha la garanzia di consumare acqua pura come quella di fonte, senza inquinare il pianeta con bottiglie di plastica.
Gli ottimi motivi per bere l’acqua del sindaco
I motivi per convertirsi all’acqua dell’acquedotto, nel caso non lo si avesse ancora fatto, sono diversi e di diversa natura. Innanzitutto, non si inquina: purtroppo non tutta la plastica delle bottiglie può essere riciclata e, lo sappiamo bene, lo smaltimento di questo materiale è un autentico problema globale. Scegliendo l’acqua del rubinetto, si eviterebbe di immettere nel nostro pianeta una quantità impressionante di contenitori usa e getta. Ancora, la plastica per essere prodotta richiede processi che prevedono l’utilizzo di combustibili fossili: un’ulteriore buona ragione, se si ha a cuore il nostro mondo, per fare scelte più consapevoli. Un altro elemento che non tutti conoscono è
che l’acqua del rubinetto è infinitamente più controllata rispetto a quella imbottigliata. Proprio così: l’acqua degli acquedotti viene sottoposta a check quotidiani molto severi, mentre lo stesso procedimento non vale per le acque in bottiglia. Ancora, non sappiamo bene quale sia il “viaggio” che fanno le bottiglie per arrivare nei punti vendita e soprattutto non sappiamo come queste siano state conservate: ad esempio, se le casse vengono lasciate al sole la qualità del prodotto può essere compromessa. In estrema sintesi, avere un atteggiamento meno consumistico e più ecologico rappresenta anche una scelta di salute e di responsabilità: perché non provare?